Black Friday 2016

BLACK FRIDAY MA ESATTAMENTE DI COSA SI TRATTA?

Ultimamente per chi naviga online ma soprattutto chi “bazzica” sui maggiori portali eCommerce, come Amazon, avrà certo notato il termine Black Friday.

Ma esattamente di cosa si tratta e da dove deriva il suo nome?

Il Black Friday dalla traduzione inglese “venerdì nero“, rappresenta negli USA, il giorno successivo al Giorno del ringraziamento e secondo la tradizione da il via al “calcio di inizio” alla stagione dello Shopping Natalizio.

Quindi è un giorno non festivo per le persone ma è praticamente “Natale” sotto l’aspetto commerciale, in quanto questo giorno è un perfetto indicatore statistico per gli analisti finanziari e per gli ambienti borsistici in quanto è possibile valutare la predisposizione agli acquisti e di conseguenza la capacità di spesa dei consumatori statunitensi.

Le grandi catene, offrono in questa occasione promozioni davvero allettanti al fine di incrementare le proprie vendite, queste occasioni scatenano le fantasie più remote dei compratori compulsivi tanto da trascorrere per alcuni di loro la notte al di fuori dei negozi in attesa dell’orario di apertura.

Nel 2013 negli Stati Uniti sono stati spesi 57,4 miliardi di dollari in un solo giorno da più di ottanta milioni di persone: per offrire un paragone è come se l’intera popolazione della Germania fosse andata a fare shopping nello stesso giorno.

Al Black Friday solitamente segue il Cyber Monday, il primo lunedì successivo, che rappresenta forti sconti relativi a prodotti di elettronica, in poche parole è la risposta dell’e-Commerce al venerdì nero ed è caratterizzato da una massiccia offerta di ribassi esclusivamente online.

Quindi se andiamo ad analizzare Amazon, trattandosi di un eCommerce in un certo senso più che di Black Friday dovrebbe applicare il Cyber Monday, ma viviamo in un’epoca purtroppo dove spesso si applicano termini ed usi più popolari solo per far leva su ciò che già gli utenti conoscono.

E in Italia? Va bene che festeggiamo “Halloween”, ma festeggiare il giorno del ringraziamento mi sembra alquanto esagerato :-), quindi approfittiamone delle offerte Amazoniane, per ora nessun pernottamento davanti al Carrefour. (Non ci pagano per la marchetta 🙂 )

DIARIO DI DUE GIOVANI IMPRENDITORI: “Salvate tutte le mail!”

Fortunatamente salviamo tutte le mail, sicuramente quelle delle persone che reputiamo non al top della trasparenza…Voglio raccontarvi un episodio accaduto qualche anno fa…

Agli inizi di ScvProduction, siamo stati “ospitati” o meglio, abbiamo affittato una stanza all’interno di un’azienda con la quale collaboravamo che per tutela della privacy chiamerò “X”. Spesso effettuavamo uno scambio di servizi, come ad esempio 2 mensilità di affitto in cambio di un sito o qualche video etc, per noi era anche un modo per acquisire esperienza. Un giorno una clinica privata, commissionò all’azienda “X” la realizzazione del proprio sito web che a sua volta affidò a noi lo sviluppo e fin qui andò tutto bene…il lavoro venne svolto perfettamente e si concluse nel migliore dei modi…ma a distanza di 8/9 anni il cliente della clinica fece un reclamo all’azienda “X” affermando che si era presentato un fotografo che rivendicava i suoi diritti di una sua fotografia che utilizzammo all’interno del sito senza pagarne i diritti ed ovviamente minacciando di denunciare la clinica e pretendendo un rimborso per uso improprio del materiale, che a sua volta incolpò l’azienda “X” di non essersi informata.

A questo punto entra in gioco il mio consiglio, salvate, salvate e salvate….l’azienda “X”  (furbacchiona) ci inviò una mail, informandoci dell’accaduto e terminando la frase “Ragazzi come la risolvete adesso?” – “Cara azienda “X”, ma come la risolvete voi 😂 ?!?”

Abbiamo appunto recuperato una vecchia email di circa una decina di anni prima, inviataci appunto dall’azienda “X”, dove per l’appunto ci allegava questa immagine da inserire nel sito del suo cliente, inoltre in risposta da parte nostra c’era la richiesta di conferma di poter utilizzare quell’ immagine in quanto era presente un watermark quindi coperta da diritti, la risposta che ricevemmo fu “nessun problema caricatela così com’è che così abbiamo concluso la commessa”… se non avessimo tenuto il backup delle mail probabilmente saremmo stati coinvolti nelle penali, ma invece ne siamo usciti a testa alta…

Da quindi tre consigli:

1) Salvate le mail specie di chi non vi fidate;

2) Siate sempre onesti e trasparenti riportando tutto x iscritto;

3) Verificate sempre il materiale che vi forniscono che non sia protetto da diritti, cercate sempre la fonte.

Se vi è capitata qualche esperienza simile raccontacela nei commenti.

Hai avuto un’idea bizzarra? Attenzione potrebbe valere un milione di $$$

Quante volte con gli amici, o mentre state guidando, o al telefono con un amico/a o anche seduti comodamente sulla vostra tazza 🙂 avete esclamato “Che idea pazzesca”!
E tutti lì a dire buuuu, noooo, ma a che serve? In poche parole vi sono appena cascati gli ze…rbini! (Se siete donne vi sono scese alle ginocchia :-)) Ma non sottovalutate la vostra idea, perché forse proprio quel lampo di genio demenziale tanto demenziale non è.
E’ il caso di Alex Tew, ma come lui tanti altri, che nel 2005 al tempo ventunenne inglese, si trovò a doversi finanziare gli propri studi, ed invece di servire fish and chips da bravo cameriere/studente britannico ebbe un’idea al dir poco assurda ovvero costruì un sito web con una homepage da 1 milione di pixel, morale? Vendette ogni px della sua pagina ad 1$ inutile dire che riempì in brevissimo tempo tutta la pagina, ovviamente per i più sentimentali sì, Alex si poté pagare gli studi e forse aprì anche un ristorante dove ordinare fish and chips servito da chi non ha creduto in lui… ma questa è un’altra storia.

Quindi cari ideatori, se cercate finanziatori per le vostre idee, trovate investitori più folli dell’idea stessa.

Dropshipping

Come vendere senza possedere fisicamente un prodotto da rivendere.

Quanti di voi sono a casa in questo periodo di crisi e vorrebbero inventarsi qualcosa di nuovo e redditizio? oppure aprire una propria attività? ovviamente farlo, significherebbe investire denaro, specie per le materie prime con il rischio di ritrovarsi con prodotti invenduti e quindi spreco di soldi e tempo.
Ma allo stesso tempo quanti fornitori, abituati a vendere i loro prodotti a rivenditori locali e/o a negozianti, vorrebbero invece poter espandersi nel commercio online? Ovviamente non tutti però hanno la capacità, il tempo, la voglia e la determinazione di investire in un negozio online ovvero un eCommerce, ma ecco che qui appare la soluzione del Dropshipping (letteralmente “spedizione a goccia”).
In pratica abbiamo due protagonisti di business, il primo è il rivenditore detto anche reseller (cito i termini inglesi che ormai fa molto figo) che possiede un sito web ecommerce e vende e promuove i prodotti del fornitore (può anche avere un account di rivenditore su eBay, Amazon…non necessariamente un proprio ecommerce), ed il fornitore stesso detto Dropshipper che si occupa di imballare e spedire la propria merce all’ acquirente che ha comprato dall’ecommerce del reseller.
Quali sono i vantaggi?
Prima di tutto il rivenditore non deve occuparsi della spedizione ma i benefici sono soprattutto la diminuzione del ricarico sul prezzo finale del prodotto.
Cerco di spiegarmi meglio con un esempio: “Io, reseller decido di avviare un eCommerce ma non voglio rischiare di acquistare prodotti che potrei non vendere e quindi gettar via denaro, allora mi rivolgo ad un fornitore ipotizziamo che il fornitore venda telefonia/fax o materiale d’ufficio, acquisto da lui un fax del valore di 100€, ovviamente dovrà spedirlo quindi aggiungiamo 10 € di spedizione, totale 110 €, ovviamente ora dovrò rivenderlo con un prezzo maggiorato solitamente la maggiorazione per i prodotti informatici è del 15% max 25%, quindi dovrò rivenderlo a circa 125 € aggiungendo i costi di spedizione e considerando poi le varie tasse a seconda del paese il prodotto potrà arrivare circa a 150€, ovviamente per l’utente che effettua l’acquisto sicuramente non è un prezzo vantaggioso e magari in negozio lo acquista a meno risparmiando anche sulla spedizione, inoltre ho il rischio che questo prodotto non venga venduto e quindi io abbia buttato via i 110 euro iniziali”.
Ma se io reseller metto a disposizione la mia piattaforma (ovviamente investendo a garanzia del fornitore in campagne pubblicitarie, pagine social, e-mail marketing per incentivare l’indicizzazione del mio eCommerce) ed utilizzo il metodo di Dropshipping ecco che le cose cambiano notevolmente abbassando i costi, rivediamo l’esempio di prima ma con la figura del Dropshipper.
Io, reseller non acquisto il prodotto dal fornitore e non ricevo nessuna merce dallo stesso ma metto in vendita uno dei suoi prodotti come in questo caso il fax con un ricarico del 15% max 20% ma su 100 € (non abbiamo più i costi di spedizione), ipotizziamo che il prodotto lo rivendo a max 120 € ed aggiungendo i costi di spedizione quindi totale 130€, il prodotto viene venduto a questo punto l’ordine viene inoltrato al nostro fornitore dove sarà presente la figura del Dropshipper ovvero colui che si occuperà di inviare direttamente il prodotto all’acquirente.
In poche parole abbattiamo i costi della spedizione perché si elimina uno scambio di merce tra fornitore e rivenditore, escludiamo la perdita di soldi in acquisti di prodotti che rischiano di rimanere invenduti e possiamo proporre prezzi più appetibili al cliente, inoltre il fornitore avrà la possibilità di estendere le sue vendite su un sito ecommerce senza dover investire in costi di sviluppo per la piattaforma web o assumere qualche dipendente che si occupi delle vendite online.
Costi e ricavi
I contratti di Dropshipping prevedono che il venditore trattenga una percentuale del 15% per i prodotti di informatica ed elettronica. Per l’artigianato si sale al 60-70%. I costi sono legati alle spese di pubblicità. La redditività media è tra il 20 e 30% del fatturato.
Come iniziare …
Per iniziare:
1) Apri una partita Iva per la vendita di prodotti sul Web e iscriviti al Registro imprese.
2) Scegli cosa vendere: tra i settori “in” ricambi auto e moto, food km 0, articoli per la casa e ufficio, artigianato artistico …
3) Scegli le aziende con cui stipulare la fornitura. I requisiti sono affidabilità e buona organizzazione logistica.
4) Crea il tuo portale associandolo a PayPal per i pagamenti con carta di credito, inserisci i prodotti con belle foto e descrizioni.
Un consiglio che vi posso dare:
Cercate piccole imprese locali che non hanno un sito e selezionatele in base alla qualità dei prodotti. Stipulate contratti con commissioni del 30-40%»”

ONLINE IL NUOVO SITO DI GIORGIO CHIELLINI

Anche quest’anno abbiamo rinnovato il sito di Giorgio Chiellini, un sito più pulito sobrio ed elegante gli anni passano per tutti 🙂